Carissimi amici,
sono tornata dall’India da qualche giorno. Lasciare i bambini diventa sempre più difficile e doloroso…..Ci si affeziona ogni volta di più e ogni volta, quando riparto per l’Italia, loro hanno paura che li stia abbandonando. Si stringono a me forte forte e mi dicono sottovoce “Non mi lasciare…non andare via”. Potete immaginare quale strazio sia per me venire via. L’unica vera dimostrazione d’affetto che posso dare loro è tornare in Italia e cercare aiuti…
Con questa lettera voglio ringraziarvi per quello che mi avete permesso di fare: durante il mio soggiorno a Challapalli tante sono state le cose che ho potuto realizzare per i bambini grazie al sostegno di tutti voi!
Com’era bello vederli puliti e ben vestiti, ciascuno abbracciato al suo giocattolo, sorridenti e felici!
Ho potuto comprare vestitini nuovi, scarpe, biancheria intima, saponi e dentifrici, shampoo speciale contro i pidocchi, penne e astucci. Sono andata diverse volte al mercato a comprare riso e verdura.
Una domenica ho affittato un camion e li ho portati tutti a fare un picnic al mare, in un villaggio a 50 chilometri sull’oceano indiano. Si sono divertiti moltissimo: erano spensierati e felici, ed orgogliosi perché sentivano di appartenere ad una vera famiglia.
Ho acquistato una bufala; era incinta e grande è stata la nostra emozione quando ha partorito un bel bufalino. Abbiamo battezzato il figlio “Bambi” e la madre “Chandamama”, che in telegu significa “luna”, perché è arrivata all’Orfanotrofio una sera in cui splendeva una bella luna nel cielo.
La prima volta che ho distribuito un bicchiere di latte a tutti, alcuni bambini hanno avuto il vomito, perché non erano abituati a bere latte, non avendolo mai bevuto prima in vita loro. Ma poi si sono abituati, ed ora avranno ogni giorno la loro razione di latte, senza problemi.
Non potevamo lasciare mamma e figlio liberi nel giardino dell’Orfanotrofio, così ho fatto costruire una piccola stalla che ora li ripara dal caldo infernale (45 gradi) e, durante la stagione dei monsoni, dalla pioggia e dal vento. Ho comprato una quantità di fieno che basterà per circa sei mesi, e alcuni alimenti speciali per la bufala che, dopo il parto, ha bisogno di un’alimentazione particolarmente sostanziosa.
Ho comprato un televisore: per i bambini che vivono in un punto sperduto della Terra senza nessun contatto con l’esterno è importante conoscere qualcosa del mondo ed è istruttivo anche perché in questo modo possono imparare un po’ di inglese. Nelle scuole che frequentano si insegna solo il “telegu”, che è la lingua ufficiale dell’Andhra Pradesh. Le scuole in cui si insegna inglese sono costose, e non possiamo permettercele. |
Un domani, quando dovranno cercarsi un lavoro, sarà fondamentale per loro conoscere l’inglese. In questo modo avranno una possibilità in più nella vita.
Dopo una intensa ricerca nelle campagne vicine, ho trovato un bel pezzo di terra per coltivare il riso: sono quasi due acri di terreno fertile, limitato da un canale di acqua. Non avevo tutti i soldi: il terreno costa circa 7000 dollari e io ne avevo solo 4000! Ma l’acquisto mi è sembrato necessario, perché ho verificato, andando a comprare alcuni sacchi di riso, che il prezzo è aumentato rispetto all’anno scorso. Sembra paradossale, ma in India il riso è caro, soprattutto per i poveri. Così ho comprato il terreno: ho lasciato i dollari che avevo come anticipo e ora mi darò da fare in modo da trovare prima di agosto, quando tornerò, la somma che manca. Penso che, se a volte non si accetta di rischiare, si “rischia” di non combinare niente.
Abbiamo inaugurato ogni acquisto con piccole feste: i bambini che danzavano felici … e io in lacrime per questi sogni che si avveravano, il frutto di tanto duro lavoro e di tanta fiducia e amore di tanti amici che mi hanno sostenuto. Cari amici…. che Dio vi benedica!
Vi abbraccio tutti e spero di incontrarvi presto
Loredana